30 aprile, il giorno dei carri a San Martino in Pensilis. Riflessione di don Nicola Mattia e VIDEO

Il 30 aprile a San Martino in Pensilis è IL GIORNO DEI CARRI.
Lungo i secoli, i popoli e le culture delle carresi, hanno sempre trovato opposizioni di tutti i tipi e, fin dalle origini millenarie di questa tradizione, hanno trovato anche apprezzamenti.
La gente delle carresi è avvezza alla lotta per difendere questo patrimonio di “Storia, cultura e fede” come affermò Papa Francesco il 29 ottobre 2014 ricevendoci in udienza a Piazza San Pietro in Roma.
La carrese viene quotidianamente difesa dalle ideologie, dai pregiudizi, dai cambiamenti culturali e… chi più ne ha, più ne metta.
La carrese, viene salvaguardata soprattutto da chi, in silenzio, ogni giorno si occupa del benessere dei nostri buoi sacrificando molto del proprio quotidiano e da chi cerca costantemente di comunicare il valore di quanto ricevuto.
Mai si poteva immaginare che i popoli dei carri avrebbero dovuto difendere la carrese da un virus!
Oggi sembra che il virus stia avendo il sopravvento su tutto, anche sulle testimonianze storico – culturali non materiali che rendono le nostre comunità un vero e proprio patrimonio di inestimabile valore.
Dal 23 aprile, data di inizio delle celebrazioni annuali in onore di San Leo, la comunità di San Martino in Pensilis, vive con nostalgia ma certamente non con rassegnazione ogni giornata pensando a quanto sarebbe accaduto in un tempo reale e non sospeso come quello attuale.
Il 23 aprile il palio e i gonfaloni dei carri sono stati collocati presso l’altare del santo (in forma privata, a porte chiuse e senza concorso di popolo, come previsto dalle norme vigenti), l’icona del Santo è vestita a festa e accanto, sono posti i nomi di tutte le famiglie del paese.
Il 28 aprile, nelle stesse modalità vigenti, è stata vissuta la messa dei carristi e il 29 aprile la” Laudatione delle strade”.
Attraverso i social ci incoraggiamo e cerchiamo di condividere quanto possibile le emozioni che ci tocca reprimere e i desideri che vorrebbero esplodere.
Ancora una volta, purtroppo, il 30 aprile, invece di correre dovremo andare a passo d’uomo attenti a non infrangere le regole. Ci sembra impossibile, ma, è certo, lo faremo.
Non è la prima volta, a scorrere la storia si scopre che è già successo:
1942: squalifica dei carri per falsa partenza

1944: Corsa più corta perché parte del percorso era dentro gli accampamenti angloamericani

1974 corsa rinviata al 14 maggio per le elezioni comunali

1975. corsa squalificata per falsa partenza

1976: corsa non disputata per le polemiche dovute all’anno precedente

1993: corsa non omologata per falsa partenza

1994: Corsa non disputata per problemi dell’anno precedente

2015: Sequestro delle stalle

2018: …sorvoliamo…

E’ anche successo, però che non ci siamo mai abbattuti, ci siamo rialzati e, ogni volta ai canti di Requiem per la carrese abbiamo risposto cantando ancora più forte: “Tocca carrier, tocca ssù tmon, tocca u carr d Sand Lion” e il nostro canto ha prevalso sui profeti di sventura.

Le voci, a questo inno si fondono, i cuori si uniscono e forte si eleva la certezza: Siamo un popolo, abbiamo un Santo, facciamo la storia.

Il virus, in questo 2020, ha fermato i carri ma non ha fermato i nostri pensieri e i nostri cuori.

Chi dovesse passare in questi giorni per le nostre strade vedrebbe finestre e balconi con i colori dei nostri carri e con l’immagine del nostro San Leo.

Chi volesse incrociare i nostri cuori, questo 30 aprile, come sempre li troverebbe alle porte della chiesa parrocchiale per la benedizione.
Poi li vedrebbe camminare al passo lento dei nostri buoi, in un silenzio surreale nonostante le strade gremite di popolo.
E’, questo silenzio, l’espressione più alta di una sacralità che può esprimersi solo con linguaggi non verbali.

Il cuore di ognuno, chi vuole, lo potrà trovare in sosta al “fossato” dove osserverà la maestria dei capo carrieri che sceglieranno le coppie di buoi per la corsa (mai una gara!) e poi continuerà ad andare, fino alla partenza per ascoltare il sindaco chiamare per nome i capo carrieri e finalmente griderà: “Girate!”.

Ecco la corsa è iniziata, il cuore batte all’impazzata e la voce non può trattenersi ma non sa parlare allora grida! Sempre più forte!

Lo sappiamo, non tutti possono capire e condividere quanto sta accadendo ma, al cuor non si comanda.
Se vuoi vedere il nostro cuore, ora lascialo esprimere.

Siamo al tratturo per il cambio, il tempo è sospeso e il battito del cuore anche, ora si giocano le sorti della corsa.

Si riparte!
Lo senti il cuore?
Lo senti come batte?
Li vedi i colori?
Ogni cuore adesso, ha i colori del proprio carro!
Quasi un mutamento anatomico, incredibile!

La Madonnina, la curva, la Croce, via Marina per il rientro in paese!
Ora le voci sono più forti: “ E’ u carr nostr! Se m nu! Stim annanz!” sempre più forte la gente incalza!

Lacrime di gioia, lacrime di dolore, il cuore impazzisce.

Ci siamo, sotto l’arco per la vittoria e alla fine sentiresti il nostro cuore cantare: “Il Piave mormorò. Non passa lo straniero…”.

Questa volta lo straniero che non passerà è un virus che ci costringe a casa ma che non ci può impedire di correre col cuore.

Un virus che costringe le nostre persone al chiuso ma le nostre menti stanno correndo, le nostre labbra non sanno tacere e guidano i buoi in corsa chiamandoli per nome condividendo con loro fatica e speranza:

CE LA FA RE MO !

Ora inizia la festa del carro vincente portato in trionfo per le strade di San Martino e la banda continua, insiste, riafferma: “Non passa lo straniero”.

Il 30 aprile 2020, tutti i carri insieme, sfilano (sempre virtualmente, sia chiaro) per la vittoria.
Tutti i carri insieme cantano: “Non passa lo straniero…”.

Sì, non passerà, lo straniero, non passerà.

Sconfiggeremo anche questo altro nemico e torneremo a correre, il 30 aprile e stavolta non solo col cuore, non solo col desiderio ma con i nostri fratelli buoi, i nostri carri e tutta la nostra passione per quanto ci fa essere popolo e finalmente, realmente e non virtualmente, Toccheremo il carro di San Leo (come cantiamo da mille anni ormai).

Passerà e ci ritroveremo il 1 maggio sulle scale della chiesa per “Laudare”, San Leo, per baciare sulla fronte il suo busto – reliquiario.

Passerà e saremo di nuovo insieme, il 2 maggio, in processione con i carri, i buoi, tutti noi e soprattutto con San Leo, e con le parole del grande poeta termolese, Carlo Cappella, innamoratissimo di San Martino e della sua gente, canteremo: “San Leo ministro di Dio,… Ascolta le nostre preghiere, e donaci grazia e amor…”

 

Pubblicato da Maddalena Iannitti su Giovedì 30 aprile 2020

Pubblicato da Maddalena Iannitti su Giovedì 30 aprile 2020