Camminiamo insieme: scarica la lettera e il sussidio per la preghiera in famiglia

Avvento e Natale 2019: lettera del Vescovo Gianfranco De Luca alla comunità

Il richiamo alla vigilanza che apre il cammino di Avvento e ne accompagna l’intero percorso deve trovare la sua concretezza nell’ ascolto obbediente e perseverante della Parola di Dio

Pubblichiamo la lettera del nostro Vescovo, mons. Gianfranco De Luca, dedicata al periodo di Avvento e al Natale 2019. La riflessione sul senso della nascita di Gesù fatto uomo nell’esistenza di ogni cristiano come centro fondante della fede è accompagnata da un invito a soffermarsi e a riscoprire con gioia il dono della Parola di Dio nella vita di ogni giorno.

Questo cammino è sostenuto da un evento straordinario che la nostra comunità diocesana si prepara a vivere: il pellegrinaggio del Corpo di San Timoteo nelle Basiliche di San Paolo e di San Pietro a Roma dal 18 al 26 gennaio 2020 in occasione della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani e della Domenica della Parola di Dio istituita da Papa Francesco al quale mons. De Luca ha espresso una immensa gratitudine da parte di tutta la Chiesa diocesana.

Il Vescovo ha inoltre preparato un sussidio per la preghiera in famiglia tutto basato sulla Parola di Dio dal titolo “Alla riscoperta dell’amico discreto – invito alla preghiera in famiglia Diocesi Termoli Larino Vescovo Gianfranco De Luca (scarica qui). Inoltre, a partire dal primo dicembre 2019, sarà pubblicato un post giornaliero sui canali della diocesi (Twitter, Instagram e Facebook) a cura di don Giuseppe De Virgilio, che inviterà a sintonizzarsi quotidianamente su una Parola di Dio.

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Lettera del Vescovo Gianfranco De Luca ai fedeli Avvento – Natale 2019

Carissimi fratelli e sorelle,

il cammino di Avvento riapre la nostra esistenza personale e quella delle nostre comunità alla contemplazione dell’Incarnazione di Dio nel Natale di Gesù Cristo, che è centro fondante della nostra fede e della nostra esistenza di cristiani.

Il Verbo si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi e a quanti lo hanno accolto ha dato il potere di diventare figli di Dio” (cf. Gv 1,13-14).

Alla riproposta ciclica che l’anno liturgico ci offre, si aggiunge, per la nostra Chiesa Diocesana, la circostanza dell’annuncio del Pellegrinaggio delle Reliquie di San Timoteo nelle Basiliche di San Pietro e san Paolo a Roma, accolto-voluto da Papa Francesco in occasione della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani e della Domenica della Parola di Dio.

Certamente in questa coincidenza siamo invitati a cogliere una Grazia dell’Eterno Padre per noi e per l’intera comunità diocesana. Ci può aiutare a fare sintesi la Parola che la liturgia della prima domenica di Avvento offre alla nostra vita.

L’apostolo Paolo, scrivendo ai Romani, li esorta a vivere la consapevolezza della propria fede nel tempo che abitano. Egli usa una immagine molto calzante: “la notte è avanzata, il giorno è vicino” (Rom 13,12): grazie all’Incarnazione siamo nella situazione di chi, pur trovandosi avvolto dalle tenebre della notte, sa di camminare verso la luce che è lì, vicina e comunque prevarrà.

Infatti, se Dio si è compromesso con noi fino in fondo, assumendo la nostra condizione e le conseguenze del nostro peccato, non può che accadere il “Meglio”. È dentro questo “Meglio” che siamo chiamati ad entrare e a vivere, già da adesso. È questa la condizione nella quale viviamo.

Paolo prosegue: “gettiamo via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce” (Rom 13,12).

Risulta certamente immediato identificare le “opere delle tenebre” in quegli atteggiamenti e in quelle azioni che, centrate sull’esclusivo interesse personale, portano a servirsi degli altri e delle cose solo per fini egoistici.

Per cogliere in modo più appropriato quanto l’apostolo suggerisce, mi sembra opportuno ricordare un passaggio della sua seconda lettera a Timoteo. Dopo aver esortato il figlio prediletto a tener vivo il dono di Dio che è in Lui, cioè il mistero di grazia nel quale per la fede è inserito e vive, proprio perché possa far questo gli ricorda che: “Dio non ci ha dato uno spirito di timidezza, ma di forza, amore e prudenza” (2Tm 1,7)

Infatti, se è vero che tutti siamo convinti di dover fuggire il peccato, è altrettanto vero che l’esistenza di tanti di noi è segnata da una sorta di angoscia, risulta avvolta nella paura e condizionata dalla viltà, dal non esporsi troppo. Per cui non abbiamo la gioia di vivere e di agire. Mi verrebbe da dire che, anche se non viviamo nelle tenebre, viviamo nella nebbia.

Occorre ricordarci che gli smarrimenti interiori, le incertezze morbose che ci fanno soffrire, le paure e le viltà provengono dallo spirito del male, dal maligno, che si presenta con ragioni speciose e argomenti sostenuti dal buon senso, ma in realtà ha l’unico interesse di renderci innocui, irrilevanti.

Dio, però, ci ha dato uno spirito di forza, di amore, e di prudenza. Una capacità (dynamis) di trasformare tutto e ogni cosa in positivo con equilibrio e determinazione.

Il richiamo alla vigilanza che apre il cammino di Avvento e ne accompagna l’intero percorso deve trovare la sua concretezza nell’ ascolto obbediente e perseverante della Parola di Dio.

Proprio in questo senso va la recente istituzione della Domenica della Parola da parte di Papa Francesco.

La forza della Parola di Dio ci rende capaci di amare con lo stesso amore di Dio, che essa esprime e comunica a chi l’accoglie. Nell’ascoltare e vivere la parola noi siamo presenti a noi stessi (vigilanti) e nello stesso tempo siamo nell’Oggi di Dio che è Amore.

Tutta l’avventura cristiana è iniziata così: L’Angelo del Signore portò l’annuncio a Maria. Ed Ella concepì per opera dello Spirito Santo. Ecco l’Ancella del Signore. Sia fatto di me secondo la tua parola.  E il verbo si è fatto carne.  E venne ad abitare in mezzo a noi. 

In questa breve preghiera che ritma il tempo dell’esistenza quotidiana (la si recita al mattino, a mezzogiorno e alla sera) è riassunto ed espresso il Mistero del cristianesimo, ma è anche indicato il paradigma del suo accadere nella storia.

Papa Benedetto XVI ci ricorda:

«Maria è beata perché ha fede, perché ha creduto, ed in questa fede ha accolto nel proprio grembo il Verbo di Dio per donarlo al mondo. La gioia ricevuta dalla Parola, si può ora dilatare a tutti coloro che nella fede si lasciano cambiare dalla Parola di Dio. Il Vangelo di Luca ci presenta in due testi questo mistero di ascolto e di gaudio. Gesù afferma: «Mia madre e miei fratelli sono questi: coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica» (8,21). E davanti all’esclamazione di una donna dalla folla che intende esaltare il grembo che lo ha portato e il seno che lo ha allattato, Gesù rivela il segreto della vera gioia: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano» (11,28). Gesù mostra la vera grandezza di Maria, aprendo così anche a ciascuno di noi la possibilità di quella beatitudine che nasce dalla Parola accolta e messa in pratica. Per questo, a tutti i cristiani ricordo che il nostro personale e comunitario rapporto con Dio dipende dall’incremento della nostra familiarità con la divina Parola. (…)

Ogni nostra giornata sia dunque plasmata dall’incontro rinnovato con Cristo, Verbo del Padre fatto carne: Egli sta all’inizio e alla fine e «tutte le cose sussistono in lui» (Col 1,17). Facciamo silenzio per ascoltare la Parola del Signore e per meditarla, affinché essa, mediante l’azione efficace dello Spirito Santo, continui a dimorare, a vivere e a parlare a noi lungo tutti i giorni della nostra vita. In tal modo la Chiesa sempre si rinnova e ringiovanisce grazie alla Parola del Signore che rimane in eterno (cfr 1 Pt 1,25; Is40,8). Così anche noi potremo entrare nel grande dialogo nuziale con cui si chiude la sacra Scrittura: «Lo Spirito e la sposa dicono: “Vieni!”. E chi ascolta ripeta: “Vieni!” … Colui che attesta queste cose dice: “Sì, vengo presto!”. Amen. Vieni, Signore Gesù». (Ap 22,17.20) (Verbum Domini, 124).

Carissimi, è certamente bello essere cristiani, ma è ancora più bello vivere da cristiani, perché se l’essere cristiani ci dà la possibilità di una vita piena e nella gioia, il vivere da cristiani ci introduce gradualmente nella pienezza e nella gioia per le quali siamo nati.

Il cammino dell’Avvento che stiamo iniziando, il pellegrinaggio delle Reliquie di San Timoteo a Roma, sono segno della premura dell’Eterno Padre e di Maria Santissima per ciascuno di noi e per l’intera comunità diocesana.

Queste due occasioni si sovrappongono e si richiamano a vicenda e trovano, nella decisione personale di diventare frequentatori quotidiani e perseveranti della Parola di Dio, la loro sintesi. Paolo conferma a Timoteo, “Tutta la sacra scrittura è utile per insegnare, convincere, correggere ed educare” (2Tm 3,16).

In questo cammino vogliamo aiutarci e sostenerci vicendevolmente, per questo ho preparato un sussidio per la preghiera in famiglia tutto basato sulla Parola di Dio con il titolo: Alla scoperta dell’Amico discreto. Inoltre, a partire dal 1 dicembre, sarà pubblicato un post giornaliero sui canali della diocesi (Twitter, Instagram e Facebook) a cura di don Giuseppe De Virgilio, che inviterà a sintonizzarsi quotidianamente su una Parola di Dio.

Sento inoltre di dover esprimere una immensa gratitudine a Papa Francesco che ha manifestato un affetto particolare per la nostra Chiesa Diocesana, riempiendoci di gioia e consolazione. Questa gratitudine diventa per tutti noi occasione per rinnovare la nostra totale adesione al suo magistero e l’impegno a pregare per Lui perché il Signore lo sostenga, lo illumini e lo liberi da ogni oppressione.

Carissimi teniamo quotidianamente fissi la mente e il cuore sulla Parola di Dio, non lasciamocela rubare dal nemico; accompagniamo con la preghiera e l’offerta della nostra giornata Papa Francesco.

Buon cammino e buon Natale in voi e nelle vostre famiglie.

30 novembre 2019, festa di S. Andrea