Guardare il mistero della morte con gli occhi di Dio, ringraziamento della famiglia Mattia per il caro Vincenzo

Il capitolo 32 del Libro della Genesi, ai versetti 25 – 33 racconta di una notte nella quale Giacobbe ha lottato con Dio.

E’ così che abbiamo vissuto questa lunga notte dal 24 maggio al 7 agosto scorso;  lottando con Dio nella speranza di riavere papà.

Il lutto, la sofferenza è come la ferita di Giacobbe: una fragilità nella quale è testimoniata la lotta con Dio che nella luce della Pasqua, ci visita come sole che sorge (dice san Luca) e diviene benedizione come nel racconto di Giacobbe.

L’abbraccio benedicente di Dio lo stiamo sperimentando attraverso la vicinanza di ognuno di voi e per questo, con tutta la mia famiglia, vi diciamo grazie.

In questa lunga notte di prova, GRAZIE è stata la parola che abbiamo ripetuto più frequentemente e che ha rischiarato il buio.

Teillhard de Chardin sostiene che molte volte la sofferenza è la strada tracciata da Dio che ci fa incamminare verso l’eternità e, continua, a volte, mentre noi cerchiamo di trattenere, per un amore che ha qualcosa di egoistico, in terra i nostri cari, essi già, percorrono la strada verso l’eternità. E’ così che abbiamo vissuto, con un supplemento di umanità, questo percorso che oggi trova un suo apice.

Continua de Chardin e ci dice che se restiamo sotto la croce rischiamo di essere impressionati dalla sua ombra; se accettiamo di salire sopra di essa, scopriamo panorami di inattesa bellezza e lo stupore potrà sorprenderci. A Cristo, chiediamo di farci posto, oggi, sulla sua croce. Solo così vedremo ciò che egli vede e ameremo ciò che egli ama. Con lo sguardo della fede il nostro pensiero sereno a chi,  involontariamente,  è stato strumento per il compimento del  mistero.

Il Salmo 116, al versetto 15 ci fa pregare: “Agli occhi del Signore è preziosa la morte dei suoi fedeli”

Vorremmo vivere fino in fondo la preziosità della morte di papà; senza fronzoli, senza gesti che portino a sublimare la morte ed è per questo che non chiediamo applausi e null’altro che non appartenga al rito ma soprattutto chiediamo gesti di carità che possano dare sollievo e chi è nel bisogno e chiediamo tanta, tanta preghiera.

Così che, questo mistero, la morte, sia guardato con gli occhi di Dio, e accolto in tutta la sua preziosità.

Ancora la Parola di Dio ci spinge a guardare con serenità al mistero della morte e a comprendere come s. Francesco riesce a chiamarla “sorella”. Nel Cantico dei Cantici, la sposa chiede :”Attirami, noi correremo”. E’ così proprio così che l’anima, libera dai vincoli terreni corre verso Dio in uno slancio d’amore che è “Più forte della morte” (è ancora il Cantico dei Cantici a parlare).

Grazie al Vescovo e al presbiterio che sono un vero dono di Dio.

Grazie a tutta la Chiesa Diocesana che come vera famiglia si fa abbraccio

Grazie a tutta la famiglia nella carne che ancora una volta ha saputo essere quanto il Cuore di Cristo desidera.

Grazie a tutti i presenti e a quanti si sono fatti vicini in ogni modo.

Con le parole della Liturgia, nell’attesa che si compia la beata speranza dell’Avvento del Signore,

“A Te la nostra lode, o Trinità dolcissima e beata

Che sempre sgorghi e sempre rifluisci

Nel quieto mare del tuo stesso amore. Amen”

Don Nicola MATTIA

 

Articolo TermoliOnLine:

https://www.termolionline.it/news/attualita/1102839/diocesi-e-comunita-di-guglionesi-rendono-omaggio-a-vincenzo-mattia