Porta il nome del prete di Larino che concesse rifugio al padre nel 1943: all’Archivio storico diocesano la testimonianza inedita di Alberto (Cesena)

Giuseppe Mammarella

Tra le istanze che giungono anche in questi giorni presso l’Archivio Storico Diocesano di Termoli-Larino, figura una che mi ha particolarmente colpito. Alberto di Cesena, a cui ho chiesto, ovviamente, il permesso di poter rendere pubblica la sua richiesta, scrive tra l’altro: “…mi chiamo Alberto in onore di don Alberto Barbieri di Larino, che ospitò e nascose mio padre Ermanno dopo lo sbandamento dell’8 settembre 1943. Mio padre era allora allievo ufficiale, penso a Foggia […] o a San Severo e cercò di tornare verso la Romagna, ma […] l’impresa era pazzesca. Don Alberto Barbieri lo ospitò e gli diede rifugio (c’era una rete di protezione organizzata dai sacerdoti della zona) e la mia famiglia ovviamente ha un debito di riconoscenza con questo sacerdote. […]. Vengo al punto. Fra pochi giorni è il 40° anniversario della morte di mio padre e vorrei scrivere […] un ricordo. Mi piacerebbe avere tutto […] di Don Alberto […] per dargli il giusto risalto. Mio padre (figlio unico, come me) riuscì a tornare a casa nel 1945 e mio nonno, socialista storico e ateo convinto, si convertì. Mio padre, poi, fu […] presidente dell’Azione Cattolica di Cesena…”.

Dopo qualche attimo di intensa commozione dovuta, innanzitutto, ai tanti ricordi legati al compianto Don Alberto Barbieri, a distanza di solo poche ore, sono riuscito a trasmettere al richiedente, a mezzo e-mail, tutte le informazioni necessarie corredate da foto. Mi invierà presto il frutto del suo lavoro che condividerò volentieri con tutti coloro (e non solo) che hanno avuto la fortuna di conoscere ed apprezzare le tante virtù di cui era dotato l’eccezionale ministro del culto.

Il larinese Don Alberto Barbieri (1905-1991) ebbe sempre un ruolo di prim’ordine nelle attività poste in essere nella diocesi di Larino.

Rammento brevemente, in questa sede, che accompagnò il Vescovo mons. Micci al Concilio Vaticano II e fu anche autorizzato a prendere posto nell’ampia tribuna riservata ai Padri Conciliari.

Mons. Barbieri (dal 26 ottobre 1977 Cappellano d’Onore di Sua Santità) pregò molto per l’unità dei cristiani e seguì, con particolare interesse, gli incontri svoltisi tra il Papa Paolo VI ed il Patriarca Ortodosso di Costantinopoli Athénagoras I a Gerusalemme il 5 gennaio 1964, ad Istanbul il 25 luglio 1967 ed a Roma il 26 ottobre dello stesso anno, che costituiscono sempre il segno sorprendente dell’amore di Cristo. Fu in seguito a questi nuovi storici avvenimenti che anche Mons. Barbieri incontrò, il 26 febbraio 1969, il Patriarca Atenagora ed ebbe con lui un rapporto epistolare. Il più alto rappresentante della Chiesa Ortodossa, rivolgendosi a Don Alberto in occasione della Pasqua del 1969 così si espresse: “…i vostri sentimenti pii di un animo riccamente cristiano ci hanno dato una gioia eccezionale per se stessa poiché è caduta nell’atmosfera abbagliante e gloriosa degl’ultimi avvenimenti storici nella Chiesa di nostro Signore. In questa direzione l’amore di Cristo illumina gli spiriti e scalda i cuori dei Cristiani. Ecco perché noi vi considereremo come nostro prezioso collaboratore in questo incarico e nella propagazione della fede comune…”.

Nel 1973 la Beata Vergine Addolorata venerata a Castelpetroso venne solennemente proclamata Patrona del Molise. A suggerirlo qualche tempo prima alle competenti Autorità ecclesiastiche fu proprio il carissimo Don Alberto Barbieri che riuscì anche a seguire attentamente tutta la fase preparatoria, fino al riconoscimento ufficiale giunto dalla Santa Sede.

*Responsabile dell’Archivio storico diocesano e della Biblioteca

Didascalia della foto allegata:

Mons. Alberto Barbieri (in piedi) con il Patriarca Ortodosso di Costantinopoli Athénagoras I ad Istanbul, in Turchia, il 26 febbraio 1969.