Santi Martiri Larinesi

di Giuseppe Mammarella
La presenza cristiana nell’attuale territorio molisano è documentata, all’inizio del IV secolo, dal sacrificio dei Martiri Larinesi Primiano, Firmiano e Casto.
A Larino, città tra le più antiche e ricche di storia ed al centro di una rete viaria di primaria importanza, è attestata l’organizzazione di una comunità di cristiani, proprio nel periodo indicato, grazie alla memoria dei suoi Martiri, trucidati sotto Diocleziano, tra il 303 ed il 304.

La mancanza di notizie legate alla loro vita terrena non deve destare meraviglia perché, come è noto, salvo qualche rara eccezione, non si hanno fonti storiche scritte, contemporanee o immediatamente successive, sulla vita e le opere di coloro i quali testimoniarono, agli albori del cristianesimo, la propria fede con il sacrificio della vita. Il culto dei Santi Martiri Larinesi era ben saldo già nel corso del primo millennio.

Per i primi secoli, oltre alla ininterrotta tradizione orale, esiste una preziosa documentazione archeologica. Si tratta della basilica paleocristiana del IV o V secolo sorta, probabilmente, sul luogo del loro martirio avvenuto, secondo una plurisecolare memoria, mediante decapitazione.In quel sito venne rinvenuta la lapide, oggi non più esistente, posta sulla cavità dei loculi di cui parla il Vescovo-Storico mons. Tria nelle sue note Memorie. La lastra in questione, di certo non contemporanea alla primitiva sepoltura ma, probabilmente, appartenente all’epoca della traslazione dei sacri corpi da Larino a Lesina e cioè al IX secolo, presentava la seguente iscrizione preceduta da un segno di croce: “In pace Christi: locus Primiani Firmiani et Casti MM. qui passi sunt sub Diocletiano”.

 

Non è da escludere che l’epitaffio possa essere stato posto sul sepolcro dei tre Martiri dai Benedettini che, proprio in quel posto, edificarono, tra l’VIII ed il X secolo, un loro monastero, dedicandolo a San Primiano; il complesso in questione, nel XIII secolo, passò, con i suoi ricchi possedimenti, in Commenda all’Ordine dei Cavalieri di Malta. Un’altra validissima attestazione di particolare devozione verso i Ss. Martiri Larinesi è contenuta nella duplice redazione in lingua latina sulla vita di San Pardo, una del X e l’altra del XII o XIII secolo. Ambedue le fonti si interessano di come, nell’842, i lesinesi ed i lucerini si impossessarono a Larino dei corpi dei Santi Primiano e Firmiano e li portarono nella nascente località lagunare di Lesina.

Nella seconda metà del XVI secolo Lesina, che ancora oggi si onora di avere come suoi Patroni principali i Santi Primiano e Firmiano, fu distrutta da una inondazione del mare, ragion per cui i Governatori della Santa Casa dell’Annunziata di Napoli, feudataria del luogo, si adoperarono per recuperare le reliquie dei due Martiri Larinesi che, nel 1598, furono traslate nella città partenopea e poi sistemate nella cosiddetta Cappella del Tesoro appositamente realizzata all’interno della Basilica dell’Annunziata dove sono tuttora conservate. I resti mortali di San Casto, per volere del Vescovo di Larino mons. La Rocca, nei primi anni Trenta dell’Ottocento furono posti sotto l’altare maggiore del tempio della “Visitazione” (chiesa piccola della Beata Vergine delle Grazie).

In onore dei Santi Martiri Larinesi si svolgono, ogni 3 e 15 maggio, le sfilate dei caratteristici “Palii”, consistenti in lunghe aste di legno sulla cui sommità sono posti drappi multicolori e multiformi, finemente lavorati, per indicare il trionfo delle fede ottenuto con il sacrifico della vita.