Domenica 9 novembre 2025, presso la parrocchia dei Santi Pietro e Paolo di Termoli si è dato inizio agli incontri del Vescovo Mons. Claudio Palumbo con i catechisti delle zone pastorali della Diocesi.
L’incontro, organizzato dalla Commissione per la Catechesi, ha visto la partecipazione di catechisti delle diverse parrocchie di Termoli.
Dopo la celebrazione dei secondi vespri il Vescovo Claudio ha iniziato l’incontro delineando la figura del catechista tra vocazione, missione e impegno a servizio dell’annuncio, sottolineando come nella realtà odierna i catechisti sono spesso tra i pochi a parlare alle giovani generazioni della bellezza del Vangelo e delle verità della Fede.
Essere catechisti vuol dire far vivere nell’annuncio della Parola il mandato che la Chiesa affida a ciascuno, un annuncio che diventa significativo quanto più si è capaci di dare testimonianza della propria fede, coltivando la propria vita interiore, vivendo i sacramenti, in particolare il sacramento della Riconciliazione, pregando incessantemente per essere sempre epressione dell’amore del Signore.
Mons. Palumbo ha inoltre ricordato come i catechisti sono chiamati a tenere insieme Gesù predicante e Gesù predicato, cioè l’adesione alle parole originarie dei Vangeli e la mediazione dell’uomo nel trasmettere il messaggio cristiano nella storia; in particolare è emerso quando sia importante usare un linguaggio efficace che sappia giungere il cuore delle persone che la Comunità ci affida e ad avere sulla realtà complessa dei nostri giorni lo stesso sguardo misericordioso del Cristo.
Il secondo intervento di don Guglielmo Gigli del “Servizio Tutela minori e adulti vulnerabili”, ha ricordato che la cura delle persone è tra i principali compiti del catechista, e che minori e adulti vulnerabili sono presenti anche nelle nostre comunità con le loro fragilità.
A volte la fragilità è indice di preziosità come la fiducia che Dio Padre, attraverso la Chiesa ci dona, insieme alla responsabilità, non tanto di raggiungere dei risultati quanto di prendercene cura. Qualcosa che il mondo non sa più come si fa, ma che nel mandato ogni catechista deve sentire come impegno prioritario.
La cura, ha ribadito don Guglielmo, è anche la capacità di accompagnare con una presenza non invasiva, che sappia mettersi al servizio della Parola e della crescita spirituale degli altri umiltàe vicinanza, e soprattutto anche di vigilanza di sé, rifuggendo ogni forma di vanagloria o di affermazione di sé.
Il Relatore ha poi suggerito alcuni “strumenti” per il cammino umano e spirituale del catechista e altri per la protezione delle persone a lui affidate.
La cura della vita spirituale e umana, il catechista ha bisogno di darsi un tempo: il tempo della preghiera, il tempo della Parola di Dio, il tempo dei Sacramenti, il tempo per riconoscere la grazia di Dio nella propria vita.
Il dialogo. Il catechista è espressione della missione della Chiesa, non vive il suo servizio da solo, è importante confrontarsi con le altre catechiste, con i sacerdoti e le suore per aiutarsi a fare verità l’uno con l’altro e a non sentirsi soli in questo compito così gravoso.
La prudenza, una delle virtù cardinali che insegna ad ascoltare prima di agire, a pensare prima di fare.
Per la protezione degli altri, don Guglielmo ha indicato la trasparenza, quale impegno del catechista a preparare gli incontri, senza nessuna improvvisazione, agendo con obiettivi e modalità chiari.
Il rispetto, seppur nel dialogo affettivo, il catechista deve vivere consapevolmente il proprio ruolo, senza nessuna sostituzione di altre figure educative.
L’attenzione ai gruppi, il catechista conosce le dinamiche interne ai gruppi, ponendosi esso stesso senza alcun eccesso verbale o comunicativo.
La buona condotta, anche con il suo stile di vita, nel parlare, nel pensare e nel ragionare, il catechista trasmette con verità ciò che annuncia.
Ampio spazio è stato dedicato agli interventi dei catechisti presenti, in particolare, padre Enzo Ronzitti, parroco della parrocchia ospitante, ha sottolineato la fatica di coinvolgere le famiglie nel cammino di fede dei propi figli. Anche altri partecipanti all’incontro hanno evidenziato le diverse difficoltà dell’educare oggi alla fede, ma in tutti gli interventi è emersa la speranza di continuare con rinnovato entusiasmo il compito fondamentale che la Chiesa affida al cuore, alla mente e alle mani di ogni catechista.
Infine suor Magaly Torres, della Commissione diocesana della catechesi, ha letto un invito dell’ufficio missionario in cui si chiede a tutti i catechisti di coinvolgere i più piccoli in attività educative mirate a far maturare il senso della missione e l’attenzione per i poveri nel mondo intero.
L’incontro si è concluso con il Vescovo che ha ringraziato tutti i presenti con queste parole:
Grazie di cuore, non solo per quello che fate, ma soprattutto per quello che siete!
Il vescovo Claudio incontra i catechisti nelle zone pastorali






