Guardialfiera. Mistero delle mura narranti nella Cattedrale

Dal lago la vedi, sorge superba in cima al monte, nell’àpice del borgo e domina la valle e molto più: è l’imponente Cattedrale di Guardialfiera.

            Procedendo verso di essa con lentezza e umiltà – in pace – avrai già espiato parte delle tue colpe. E, prima di pregare, girale attorno carezzando le solide mura come fossero scorrevolissime pergamene che narrano di riti antichi e fatti lontani. Scrutale ad ogni livello, fino in cima: sono impastate dal significato arcano e senza tempo.

            Si tratta spesso di raffigurazioni religiose, come croci, pesci e agnelli crociferi ma prevalgono – misteriosi – i simboli scaramantici, i quadri di natura e i delicati tralci di vite dai generosi frutti. Scoprirai scene di caccia con un ricco bestiario, animali esotici e da cortile; curiose figure antropomorfe, abbozzi di volpi dall’aspetto umano, incorniciati o solitari, inquietanti come mostri grondanti acque dalle fauci, tutti emergenti dalla facciata più antica, un tempo la principale, quella rivolta sulla valle e il lago. Essa ospita una porta gotica, dalla graziosa cornice ogivale, la prima Porta Santa della Storia universale della Chiesa, istituita da Papa Leone IX nell’anno 1053. Questi rilievi enigmatici sembrano sparsi qua e là in modo disattento e casuale, con rotazioni funzionali riferite forse solo alla costruzione della Cattedrale ma che tuttavia rivelano accortezze e simmetrie, frutto del disegno coerente di un sapiente regista.

            Da dove provengono queste pietre? Il come mai venute a Guardialfiera, quando, come e perché sono state più volte ricollocate nelle masse murarie della chiesa che, nel corso di 1000 anni ha subìto una serie di modifiche, flessioni, rotazioni? Misteri dell’immenso e della storia.

Paola Patriarca