La Diocesi di Termoli-Larino ha aperto il mese straordinario dedicato alla missioni così come indicato da Papa Francesco. La giornata del primo ottobre 2019 ha previsto due momenti: il primo si è tenuto nella chiesa di San Timoteo e l’altro in Cattedrale. La parrocchia di San Timoteo è stata scelta per valorizzare la figura del Santo, scelto da San Paolo come compagno dei suoi viaggi missionari e del quale si venerano le reliquie custodite proprio nella Cattedrale di Termoli.
Il programma, a cura dell’equipe diocesana per le missioni, ha previsto la recita del Santo Rosario con la presentazione delle realtà missionarie di alcune congregazioni di suore della Diocesi.
È seguita la testimonianza di Padre Giulio Albanese, missionario comboniano, giornalista “per dare voce a chi non ha voce”, direttore di Popoli e Missione.
Il suo intervento ha ripercorso il senso più profondo dell’impegno missionario in cui “ci viene chiesto in forza della fede di affermare una fraternità universale nella cornice del Regno di Dio come presenza di Gesù Cristo nella storia dell’uomo” ma anche il “coraggio di osare di scendere nella piazza, nell’agorà, nel mondo”.
Consapevole di aver “più ricevuto che preteso di dare”, Padre Giulio ha toccato alcune delle sue esperienze in Africa che, nel rievocare immagini e momenti, hanno toccato il cuore; terre di contraddizioni e pericoli ma anche luoghi di fede vissuta in pienezza dove il sacerdote ha conosciuto da vicino la vita difficile, spesso nel nascondimento, ma rimasta sempre aggrappata alla fede e all’amore incondizionato da parte di suore e comunità cristiane.
Il missionario, che ha vissuto anche l’esperienza del sequestro, si è soffermato sulle storie di giovanissimi combattenti e di persone di ogni età barbaramente uccise nei conflitti e coinvolti in tante ingiustizie ancora presenti che vanno raccontate e portate a conoscenza di tutti anche con i mezzi di informazione invece di essere ignorate. In particolare, ha osservato, “l’informazione va vista come prima forma di solidarietà anche per formare la coscienza e la consapevolezza rispetto fatti e accadimenti molto più vicini a noi di quanto potremmo immaginare”.
Un aspetto significativo, quello della “circolarità della missione” in cui tutti siamo chiamati a porci in atteggiamento di ascolto nei confronti di ogni genere di alterità e diversità ricordando che la “dignità della persona creata a immagine e somiglianza di Dio viene prima di tutto e poi si può arrivare all’esperienza di fede, perché dove c’è l’uomo c’è l’imprinting di Dio”.
La giornata missionaria si è conclusa in Cattedrale con la celebrazione eucaristica presieduta dal Vescovo, Gianfranco De Luca alla presenza di diversi sacerdoti della città e della diocesi e animata dal coro San Leo di San Martino in Pensilis. Mons. De Luca ha evidenziato il tema del mese straordinario che si propone rinnovare l’impegno missionario di ognuno: “Battezzati e inviati”, tema che, peraltro, rispecchia anche quello dell’anno diocesano “Pane spezzato e condiviso”.
“Se siamo battezzati – ha spiegato il Vescovo – siamo consapevolmente inviati a essere benedizioni ed essere dono di amore per l’altro” ricordando in “sale, lievito e luce” le parole che usa Gesù per dire chi è e qual è il compito di ogni cristiano e indicando, inoltre, l’esempio di Santa Teresina di Lisieux, patrona delle missioni, “nella sua semplicità e nella pienezza della vita bella in cui tutti possiamo essere partecipi e quindi testimoni”.
Le offerte raccolte durante la celebrazione saranno destinate alla Diocesi di Bafata (Guinea Bissau) per la realizzazione di un progetto per la valorizzazione dell’agricoltura, in particolare per l’acquisto di materiali per il lavoro pratico nell’orto: dalle sementi agli attrezzi vari (zappe, vanghe, innaffiatoi e altro).
Il mese straordinario continuerà con altre iniziative a cura delle parrocchie per preparare anche la Giornata missionaria mondiale del prossimo 20 ottobre 2019.
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