Festa del perdono all’eremo Lavra Stella Maris, benedetto il nuovo campanile. Mons. De Luca: “Qui una palestra dello spirito”

Sabato 15 luglio 2023 si è rinnovata la festa del Perdono all’eremo diocesano ‘Lavra Stella Maris’. Una giornata di preghiera, incontro, raccoglimento e condivisione in un’oasi di pace e spiritualità in contrada Solagne Grandi, tra Guglionesi e Petacciato. In questa occasione, accostandosi alla preghiera, alla confessione e alla comunione sacramentale, è stato possibile ricevere l’indulgenza plenaria come da decreto trasmesso dalla Penitenzieria Apostolica della Santa Sede.

La giornata ha previsto ampio spazio per le confessioni e la preghiera personale. In serata, celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo della diocesi di Termoli-Larino, mons. Gianfranco De Luca. In questa occasione il vescovo ha benedetto anche il nuovo campanile.

La serata calda, il desiderio di accostarsi alla riconciliazione con Gesù, l’amorevole accoglienza di fr. Giuseppe e la curiosità del nuovo campanile ha richiamato fedeli da più parti. Suggestiva e profonda omelia del vescovo De Luca ul senso della nostra vita nel rapporto con il Signore nella Contemplazione (nell’esempio di fr. Giuseppe). Il vescovo ha posto l’accento sulla riconciliazione e la preghiera. Per il credente, ha osservato, non deve esserci solo la Santa Messa (Mistero che contempliamo su questa terra) ma anche e soprattutto la possibilità di accostarsi alla liturgia delle ore: i Salmi che canteremo in cielo. Ecco la peculiarità della vita dell’eremo – ha evidenziato De Luca – che può ben definirsi “palestra dello spirito, faro che ci orienta quotidianamente”.

La giornata si è conclusa con un momento di festa e convivialità con il gruppo The New Gospel Choir di Vasto.

Fr. Giuseppe ha ringraziato mons. De Luca e quanti hanno partecipato evidenziando con amore e spirito di servizio il senso della presenza dell’eremo diocesano, un luogo aperto a tutti per condividere insieme, accompagnati dalla luce di Cristo, il cammino di vita e ripartire anche quando tutto sembra perduto e smarrito:

“Ringraziamo il signore per farci ritrovare di nuovo insieme anche quest’anno. Un altro anno speciale che coniuga il dono dell’indulgenza, che dal 2022 è stato rinnovato per altri sette anni dal Santo Padre, Papa Francesco, e l’ultimazione del campanile, iniziato nel 2019. Molti di voi ricorderanno in quell’anno la benedizione della prima pietra e non era dato per scontato si potesse portare a termine quanto progettato. La situazione sanitaria che si era creata, ma anche la mancanza di mezzi economici non ci facevano ben sperare ma, si sa, lo Spirito lavora negli eventi non programmati. Eccoci qui: nel campanile che oggi inauguriamo è visibile una nuova luce; esso è fondamentale per la vita delle nostre comunità, serve per scandire il tempo, organizzare le giornate di lavoro e di preghiera. Testimonia un luogo e una fede, una presenza visibile da lontano. un segno di appartenenza. Osservandolo, pensiamo al lavoro dell’uomo per la sua realizzazione. Ed è proprio grazie ad alcuni amici dell’eremo accorsi da ogni luogo, non ultimo dal vicino Abruzzo e dalla Puglia che ne hanno dato concretezza. Grazie all’amico e fratello in Cristo Alfredo Mastrogiuseppe di Guglionesi… te lo dobbiamo Alfredo, organizzatore del gruppo di volontari che per otto mesi hanno saputo rinunciare un giorno di riposo per dedicarlo al lavoro sul campanile. Un ringraziamento di cuore va esteso a tutti coloro che con un sostegno anche economico hanno contribuito al bisogno. Osservando il campanile si è presi dallo stupore: il suo slancio verso il cielo,  il suo candito colore ci fa nutrire il desiderio di avvicinarci a Dio ed essere protesi verso di lui per poi essere attenti alle esigenze dei fratelli. Dunque, questo sforzo materiale non deve limitarsi qui,  ognuno di noi deve diventare il mattone indispensabile di testimonianza creativa e viva. Il Signore ha presente quanto è stato fatto per questo luogo sacro e siamo certi che sarà Lui a compensare più di tanti discorsi ciascuno di noi”.

Si ringrazia per le foto: Bruno Caserio