L’ordinarietà del quotidiano vissuta nella fraternità, la testimonianza delle Piccole Sorelle di Gesù all’Agorà di Termoli

Vita quotidiana accolta e donata nella fraternità. Gesti semplici ma pieni di significato. Ascolto, incontro, relazioni impossibili diventate quasi familiari. Al centro una fede forte e incondizionata, il desiderio di vivere per gli altri con la consapevolezza che “siamo nati per cose più grandi”. Farlo nell’affidamento a Dio e sotto la guida di Charles De Foucauld, di recente proclamato santo da Papa Francesco. La testimonianza delle Piccole Sorelle di Gesù ha animato l’ultima serata di Agorà 2022 organizzata dalla diocesi venerdì 29 luglio 2022 nello spazio all’aperto del centro pastorale “Ecclesia Mater” a Termoli.

La fraternità è presente da quattordici anni in città, nella zona delle case Fiat e nella parrocchia dei Santi Pietro e Paolo, oggi con le piccole sorelle Cosimina, Gioconda e Virginia. Un pensiero di affetto anche per suor Maria Huong e suor Anna che di recente sono tornate nella Casa del Padre. Un saluto a suor Angela, tornata a Termoli da Napoli per prendere parte alla serata.
Per le Piccole Sorelle di Gesù tante esperienze di vita quotidiana accolte nella preghiera, nel lavoro e nelle relazioni ripercorse da una consorella, Rita, che oggi vive a Napoli. Un intervento dedicato ai luoghi e alle persone in cui ha maturato e alimentato la sua vocazione e il desiderio, profondo, di vivere nella fraternità accompagnata dagli insegnamenti di “frère Carlo” e della piccola sorella Magdeleine. Dai campi rom, ai quartieri operai di Milano, alle difficoltà della vita affrontate sempre con amore e nell’incontro con gli altri, vivendo in mezzo a loro, alla ordinarietà delle relazioni che vincono ogni pregiudizio. Cristiani, musulmani, non solo fede ma anche diversità di pensiero con uno sguardo, però, sempre rivolto all’ascolto e alla conoscenza che ti accompagna nella scoperta della vera fraternità universale. La vita di Charles De Foucauld ha illuminato quella di Rita e di tante Piccole Sorelle ma anche quella di tante persone che le hanno conosciute tessendo legami bellissimi nell’ordinarietà del quotidiano. Fratello Carlo si è lasciato gettare da Dio nel terreno, come il seme nella mano del seminatore, non solo nel deserto algerino ma nel mezzo dei deserti umani, perché essi potessero fiorire e dare frutto. La bellezza di una testimonianza, la semplicità dei rapporti in una società complessa che crea problemi per ogni cosa. Il vescovo, mons. Gianfranco De Luca, ha ringraziato la fraternità per il contributo di esperienze offerto nel corso di una serata intensa, nello stile dell’Agorà, evidenziando un aspetto fondamentale per l’esistenza personale e comunitaria di ciascuno, quello “della scoperta che senza l’altro non puoi vivere”. L’altro come fratello e come sorella nell’ordinarietà del quotidiano.