Parroco: Gabriele Giorgetta –
Forania: Montenero – Castelmauro
Telefono: 0874879390
Orario S. Messe: Festivo 11,00
Patrono: S. Felice Martire
Canonicamente eretta: Ab immemorabili.
Storia.
S. Felice Slavo diventa sotto il fascismo S. Felice del Littorio, ma con il ritorno della Repubblica, prende il nome di San Felice del Molise. La chiesa custodisce le spoglie del martire, probabilmente proveniente dalle catacombe di Commodilla, alla Garbatella in Roma, dove si trova un affresco dei martiri S. Felice e di S. Adautto (cristiano anonimo che si manifesta spontaneamente e viene “aggiunto” ( in latino “adauptus”) al martirio: la memoria nella comunità romana fu così forte che ancora oggi esiste la Via S. Adautto (s. aggiunto) vicino al luogo delle catacombe di Commodilla alla Garbatella. La chiesa risale al 1200 e fu costruita da architetti della scuola dei Benedettini del Canneto.
Nel 1500 fu ampliata anche in relazione all’arrivo degli slavi e all’aumento della popolazione. Nel 1700 fu trasformata sia internamente che esternamente, allo stesso periodo risalgono i quattro altari in legno e l’organo in stile barocco ricoperti di oro zecchino che oggi si possono ammirare in tutto il loro splendore dopo il restauro. Dedicazione e consacrazione della chiesa madre parrocchiale, sono state effettuate da mons. D’Ambrosio, dopo i restauro che rovesciato la chiesa, riportando l’altare sotto la crociera romanica del 1200 (prima vi era l’ingresso e la cantoria dell’organo), riaprendo i due ingressi laterali della porta piccola verso il rione Vinchiaturo, e il portale antico d’ingresso che era stato utilizzato per la nicchia dell’Addolorata), dopo aver riaperto l’arco sotto in campanile che ricreava il passaggio tra l’attuale sagrato e la via principale che porta alla piazza principale del Paese (già piazza Marconi ora piazza Antonio Zara, medaglia d’oro al V.M., finanziere del paese ucciso nell’attentato terroristico arabo all’aeroporto di Fiumicino nel novembre 1973). La chiesa parrocchiale é dedicata a S. Maria di Costantinopoli (come a Tavenna mentre in Portocannone ne è presente la memoria e la devozione) probabile memoria dell’oriente cristiano sia slavo che albanese.
La crociera romanica e i capitelli corinzi sulle colonne, l’arco ogivale, romanico-gotico, l’altare maggiore e gli altari laterali – tutti recuperati e risistemati – i cui paliotti tutti diversi sono datati dei primi decenni del 1700. Una grande tela raffigurante la deposizione dalla croce che prima sovrastava la parete di fondo sopra l’altare maggiore. Il set di croce processionale, turibolo e navetta, secchiello dell’acqua santa tutti datati intorno al 1710-20, in argento, si è salvato solo il turibolo (custodito casualmente in casa di d. Michele Paolone, perché si era spezzata una catena) sono state derubate in una notte di pioggia dal un furto con scasso, e sono stati sottratti gli ori votivi davanti al corpo del S. Felice e le tre serie di candelieri di legno del ‘700 su un altare laterale.