L’esistenza di padre Luigi Russo: un cammino nella Misericordia e verso la Misericordia

E’ arrivato tra noi, nella nostra Chiesa diocesana, come un Dono dell’Eterno Padre.

Io, p. Luigi Russo, ti lodo e ti benedico o Padre per la tua eterna benevolenza e misericordia. Davanti a te, Signore Gesù, piego le ginocchia e contemplo la tua discesa agli inferi, il tuo cercarmi per ricondurmi e farmi dimorare nel seno del Padre.

Spirito Santo nelle tue mani metto la mia vita affinché un’offerta gradita, pura e santa al Padre e al Figlio.

Santissima Trinità oggi vi offro tutta la mia persona affinché sia un canto di gratitudine alla vostra eterna Misericordia.

Con il voto di povertà vi offro tutto ciò che possiedo. Con il voto di castità vi offro la mia capacità d’amare. Con il voto dì obbedienza vi offro la mia volontà. Faccio voto per sempre nelle mani di sua ecc.za mons. Gianfranco De Luca secondo la Regola dell’Eremo della Misericordia.

Mi impegno a pregare e ad offrire la mia vita per la salvezza tutta l’Umanità.

Affido il mio si alla Vergine Maria e a San Giuseppe perché mi custodiscano e mi conducano nel cuore della Trinità Santissima. Amen.

A questo proposito, nella sua regola di vita si legge: “La professione dei consigli evangelici nelle mani del Vescovo esprime e promuove la comunione con la Chiesa locale e, allo stesso tempo, garantisce una guida illuminata e sicura su un cammino che a Chiesa indica come idoneo alla santificazione dei fedeli.

Un dono di Maria, Madre della Misericordia, certamente, così è risultato p. Luigi in questi 11 anni.

Era il 12 settembre del 2021, giorno in cui la Chiesa fa memoria del Nome di Maria.

Eremita nella nostra Chiesa e per la nostra Chiesa:

“Il modello di vita che intendo seguire è quello eremitico con il quale “i fedeli, in una più rigorosa separazione dal mondo, nel silenzio della solitudine e nella continua preghiera, dedicano la propria vita alla lode di Dio e alla salvezza del mondo.” (così nella Regola di vita proposta e approvata)

Eremita per essere un canto dell’Eterna Misericordia.

La sua esistenza è un viaggio nella Misericordia e verso la Misericordia: il Cuore del Padre.

Nato a San Giovanni Rotondo il 25 febbraio 1959, al rientro dalla Franca dove era emigrato con tutta la sua famiglia, viene accolto e accompagnato dalla premura pastorale di San Pio da Pietrelcina, che proprio in quegli anni, aveva caldeggiato la presenza a San Giovanni Rotondo di membri dell’Ordine dei Terziari Cappuccini dell’Addolorata, perché si facesse qualcosa per i giovani sangiovannesi che giravano intorno al convento, indicati da San Pio, perché si caratterizzavano per il carisma della educazione della gioventù sempre esposta ai pericoli delle seduzioni del mondo. “Ogni giovane che si educa è una generazione che si salva” scriveva  padre Luis Amigo fondatore dell’Ordine. Un incontro, quello con i Terziari dell’Addolorata, che apre il cuore dell’allora adolescente Luigi alla sequela di Gesù, infatti nel 1975 inizia il suo cammino vocazionale a Cagliari, nel 1980 vive il Noviziato per fare, il 4 ottobre 1981, la Professione Religiosa.

Da giovane professo lo si vede impegnato a Lecce in un Centro giovanile per ragazzi in difficoltà. Vive questa esperienza per un anno, a guidarlo in questo impegno educativo sono state sicuramente le parole del Padre Fondatore: “senza grande fatica, seguiranno i vostri insegnamenti perché l’esempio è il migliore educatore”.

Nel suo cammino nella Misericordia e verso la Misericordia c’è un altro incontro: quello coi Missionari di Villaregia, in quegli anni stanno muovendo i primi passi, vogliono essere, come dice la loro regola, al servizio di chi soffre per essere canale dell’amore di Dio e segno di fraternità, per portare la gioia del Vangelo a tutti i popoli e per costruire un modo più giusto. Nel 1982 va a vivere un’esperienza in quella comunità. Essa è formata da Famiglie, sacerdoti e consacrate. Vi si ferma e prosegue i suoi studi di Teologia a Padova, e il 4 aprile 1988 viene ordinato sacerdote nella Comunità dei Missionari di Villaregia con l’incardinazione alla Diocesi di Chioggia. Nell’89 parte missionario in Costa d’Avorio dove resta fino al 92. Tornato in Italia svolge la sua missione nelle realtà di Nola e poi di Pordenone.

In ambo i casi è nel gruppo degli iniziatori della presenza della comunità di Villaregia. A Nola, in breve tempo quella Villa Siervo che era dismessa, grazie alla presenza della Comunità, diventa faro di luce e polo di attrazione per tanti giovani della città e contemporaneamente rifugio accogliente per gli stranieri, i senza fissa dimora, le famiglie in difficoltà del territorio. Lo stesso accade a Pordenone.

Una vita frenetica, piena di attività e ricca di frutti, condivisa nella fraternità vissuta nella concretezza delle relazioni con famiglie, consacrate e sacerdoti.

Il cammino nella Misericordia e verso la Misericordia continua…

Nella serenità e nella pace, vive una spinta interiore che trova una prima risposta nell’incontro con il Vescovo di Arezzo, Gualtiero Bassetti, siamo nel 2001. Accompagnato dalla Benedizione del Vescovo di Chioggia e accolto dalla premura paterna e piena di rispetto del Vescovo Bassetti si trasferisce nella Diocesi di Arezzo dove verrà incardinato nel settembre 2004.

Arrivato ad Arezzo “si stabilisce a Castiglion Fiorentino dove inizia la sua esperienza eremitica, il Vescovo gli dà anche l’incarico di confessore al duomo di Arezzo nella cappella della Madonna del Conforto. Chi ha avuto la possibilità di confessarsi da lui ha capito subito di avere di fronte un sacerdote particolare nell’ascolto e nella direzione… e la fila al confessionale era diventata lunga. A questo punto il Padre ha sentito il bisogno di avere un luogo per accompagnare fedeli. La Diocesi gli mette a disposizione un’abitazione rurale sulle colline vicino ad Anghiari e così insieme ad una ditta si adopera a ristrutturarla. Nella ex stalla, crea una cappella dignitosa per celebrare e un luogo per la preghiera personale. In seguito ha creato anche uno spazio per scrivere icone e anche iniziare una scuola iconografica. In questo periodo ha scritto anche le icone che impreziosiscono il la Cappella del Monastero delle Carmelitane Scalze in Arezzo.”

“Il lavoro – come è scritto nella sua Regola di Vita – occupa un posto di rilievo nello stile di vita eremitica. Con esso si provvede al proprio sostentamento e si partecipa alla umanizzazione della terra.” Nella sua vita la dimensione del lavoro, sia domestico, sia artigianale che artistico, è stata pienamente presente ed ha caratterizzato lo stile di semplicità e di concretezza della sua persona.

Il cammino continua, fa tappa a Termoli, nel Santuario della Madonna della Vittoria, che viene eretto eremo Diocesano, e su suo espresso desiderio viene denominato Eremo della Misericordia.

A questo punto è importante affermare che quanto Padre Luigi ha vissuto, testimoniato, donato e operato è scritto nel cuore di tanti di noi, qui presenti; e sicuramente non è possibile esprimere, riassumendolo in qualche frase. Si tratta, infatti, della vita di ciascuno con le mille sfaccettature e le molte sfumature espresse dall’unicità personale di ognuno. La sacralità dell’incontro e della comunione vissuti con Padre Luigi, vanno custoditi e meditati nel proprio cuore perché possano continuare a produrre frutto nella nostra esistenza. Sicuramente in questi giorni, dal cuore di tantissimi fratelli e sorelle della nostra Chiesa Diocesana, si è levato al Cielo, accompagnato da lacrime sincere e discrete, un lamento sostanziato di dolore e pieno di gratitudine. E’ il modo della nostra partecipazione al mistero della morte che lo ha rapito ai nostri occhi e alla nostra esistenza terrena, e nello stesso tempo è il grazie pieno di fiducia con il quale riconsegniamo all’Eterno Padre il Dono che abbiamo ricevuto e il compagno di viaggio che abbiamo avuto.

Possiamo sinteticamente focalizzare su tre punti le specificità della sua vita e della testimonianza tra noi: la misericordia testimoniata nell’incontrare le persone e nel celebrare il sacramento della riconciliazione, L’Eremo e l’annesso Santuario; il Sogno: Nazareth Carezza di Dio, che p. Luigi ci lascia in eredità.

Anzitutto la Misericordia. Don Benito, che è stato tra coloro che ne hanno goduto e lo ha avuto in parrocchia per il servizio domenicale, lo racconta con queste parole: “Dedito ai fratelli che sapeva accogliere con disarmante disponibilità e ricca fraternità, ha testimoniato con amore e col sorriso, il suo essere sacerdote di Cristo al servizio della chiesa. Mite di carattere, docile e pacifico per temperamento, ricco di spiritualità che sapeva curare e custodire, ha coniugato la sua vocazione all’isolamento per essere tutto di Dio, con l’apertura ad ogni istanza che gli veniva presentata dalle fragilità umane e dalle titubanze spirituali di cui erano portatori coloro che chiedevano il suo aiuto. La sua grande capacità di ascolto metteva sempre a proprio agio tutti coloro che ricorrevano a lui per aprire il cuore in cerca di consolazione, direzione spirituale, e indicazioni per la propria crescita.  Affabile nei modi e negli approcci, ha saputo trasportare anche nel suo modo di presiedere la santa eucaristia questa ricchezza di squisita umanità facendola percepire e vivere come raduno di fratelli convocati e amati da Dio.

La pacatezza del modo di esprimersi ha sempre fatto trasparire la sua serenità d’animo. Incontrarlo era un piacere, ascoltarlo era una necessità, condividere la propria vita, aprendogli l’anima, era una naturale conseguenza che sgorgava dal cuore perché si percepiva la sua disponibilità ad accogliere. Felice nel donarsi, spesso confidava: “oggi ho confessato tanto” ne sono contento” oppure: “io sto lì e attendo, sono felice che tanti cerchino la misericordia di Dio”.

Sempre nell’ottica della misericordia, quella di Padre Luigi è risultata una presenza significativa anche all’interno del presbiterio: “Capace di umiltà nel chiedere consiglio, ha nutrito e si è nutrito di fraternità sacerdotale che sapeva accogliere da tanti e donare a tutti, indistintamente. Si è sempre premurato, con stile di delicatezza e comprensione, a scusare eventuali punti negativi che si rilevavano in qualcuno capendone le fragilità e rendendosi capace di vicinanza silente e orante. La dimensione amicale, soprattutto quella sacerdotale, è stata in lui totalizzante.”

Madonna della Vittoria (Madonna a Lungo) Santuario cittadino Termoli.

L’eremo della Misericordia presso il Santuario di Madonna a lungo. Quanto alla misericordia Padre Luigi ha raccontato e scritto con la sua vita e la sua opera è diventato uno spazio che accoglie, una casa dove la cura dell’altro, di ogni altro è leggibile in molti modi, un piccolo “ospedale da campo” dove le fragilità e le ferite dei singoli e delle famiglie hanno trovato accoglienza e non giudizio, cura e accompagnamento. Un uomo avvicinando il Vescovo, in privato, lo ha quasi rimproverato perché la celebrazione del funerale veniva svolta nella Chiesa di san Francesco: “E’ qui che va celebrato il funerale, diceva – questo luogo è Padre Luigi, è così grazie a Lui e racconta la sua vita”

Il Sogno: Nazareth, carezza di Dio. Luogo della famiglia, dell’incontro, del vissuto quotidiano, del perdono, della festa, dell’amicizia. Così lo descrive in una lettera lasciata a Papa Francesco e poco dopo scritta al Vescovo. E’ qui, tra noi, presente, senza clamori, ma concretamente: un piccolo gruppo di persone, una fraternità: sposi, vedove, persone consacrate che vivono il Sogno, nella concretezza del quotidiano; un’area abbastanza estesa con una casa già abitata e il progetto di un villaggio in via di definitiva approvazione nella zona prospiciente il Santuario di Madonna a Lungo. Un Sogno che potrà diventare un Segno per e nella nostra Chiesa diocesana.

L’esistenza di Padre Luigi: un cammino nella Misericordia e verso la Misericordia.

Il suo viaggio si è concluso sicuramente, come lui auspicava della sua professione di vita eremitica, la Vergine Maria e San Giuseppe lo hanno custodito, condotto e ora lo hanno accolto nel cuore della Trinità Santissima.

A noi lascia il sogno di un luogo dove poter sperimentare qui sulla terra, nella quotidianità di una vita segnata dalla fatica e dalla fragilità, quella voragine di Misericordia che è il Cuore del Padre. Nazareth: Carezza di Dio.

Padre Luigi Russo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Padre Luigi Russo