Pagine dall’archivio storico diocesano: ritratto di mons. Antonio Lippolis

“… mangiò poche erbe […] e santificò anime …”

Mons. Antonio Lippolis, Vescovo di Larino dal 1915 al 1923, morì in concetto di santità nella sua Alberobello nel 1942.

Nell’abitazione della nota città pugliese, dove per motivi di salute trascorse i suoi ultimi dieci anni di vita, nonostante i malanni fisici dovuti alle difficoltà di deambulazione a cui fecero seguito quelle di articolazione del linguaggio causato da un brutto cancro alla lingua che lo fece soffrire tanto prima di portarlo al decesso, riceveva in continuazione fedeli. Una signora “vedendolo sofferente gli disse che avrebbe pregato per la sua guarigione; lui si allarmò. Rintracciò […] una vecchia immaginetta sacra e la mostrò […] perché leggesse quello che lui stesso vi aveva scritto tanti anni prima”. L’annotazione testuale era del seguente tenore: “Chiedo per me il peggiore dei mali in sconto dei peccati del mondo”. Riuscì, quindi, a convincere l’interlocutrice “a non pregare nel senso di una guarigione, ma per sostenerlo a fare la volontà del Signore” (M. R. Nardone Tauro, “Figure amiche”, in “Ricordi al guado”, Martina Franca 1997, pp. 119-120).

 

Tra i “Ricordi” posti in calce alla sua “Visita Pastorale” compiuta a Casacalenda (dove ebbe inizio) dal 5 al 12 novembre 1916, che generalmente riassumono quelli espressi in tutti i centri dell’antica e gloriosa diocesi frentana, figurano le seguenti testuali considerazioni: “Mons. Vescovo lavorò da vero apostolo in Casacalenda, non risparmiando nessuna fatica. Il popolo ammirò il suo zelo, la sua umiltà e la sua vera santità. Destò una bella impressione nel vederlo, da solo, portarsi da un capo all’altro del paese per confessare ammalati. Il parco suo desinare, il rifiuto di complimenti […]. Della Visita di mons. Lippolis si può affermare (che) venne, lavorò da mane a sera, mangiò poche erbe, emanò saggi decreti e santificò anime […]” (Archivio Storico Diocesano, sez. Larino, fondo Curia, b. 7, f. 73).

 

Nell’immagine, mons. Lippolis (a sinistra) e Padre Vincenzo Tripi, Superiore dei Missionari del “Preziosissimo Sangue” della Casa di Modugno (Bari), ritratti nel cortile dell’episcopio di Larino. Il missionario accompagnò il Presule nei tre mesi (novembre 1916 – febbraio 1917) di “pellegrinaggio” per la sua prima “Visita Pastorale” in diocesi.

Giuseppe Mammarella

 

Mons. Antonio Lippolis