Montelongo, riaperta la chiesa madre di Santa Maria a Nives

Una giornata storica per l’intera comunità di Montelongo. Nel pomeriggio della Domenica delle Palme, 10 aprile 2022, è stata riaperta al culto, dopo diversi anni, la chiesa madre di Santa Maria ad Nives.

Tutto il paese ha condiviso con emozione e preghiera un momento atteso da tanto tempo che rappresenta un motivo di gioia, gratitudine e speranza per un piccolo centro che vuole custodire e preservare la sua storia e la sua identità.

Finanziato con fondi pubblici e dell’otto per mille alla chiesa cattolica, l’intervento ha previsto diversi e significativi lavori alla struttura che sorge nel cuore del suggestivo centro storico.

La chiesa, chiusa a più riprese dopo il sisma del 2002, è stata consolidata con presidi antisismici e alcune opere necessarie per motivi di sicurezza e adeguamento salvaguardando anche l’opera di Leo Paglione che rappresenta il miracolo della neve. Fino a oggi le funzioni religiose si sono svolte nella chiesa di San Rocco da cui è partita la processione comintaria con le palme benedette.

Alla riapertura ha preso parte il vescovo, Gianfranco De Luca, che ha ringraziato il parroco, don Giovanni Licursi, e tutti coloro che hanno contribuito per celebrare un momento così importante nel tempo della Settimana Santa come motivo per accogliere nella gioia l’arrivo della Pasqua.

La messa è stata animata dal coro “Che il Signore ci diriga” di Larino diretto dal maestro Marco Malorni.

Presenti, tra gli, altri il sindaco, Nicola Macchiagodena e il sindaco di Montorio nei Frentani, Nino Ponte. Direttore dei lavori, l’architetto Antonio Di Nunzio, impresa esecutrice, Martino di Colletorto.

Piccolo centro della diocesi Montelongo conta numerosi emigrati in Italia e all’estero ma tutti restano legati con amore al proprio paese. Un momento per ricordare anche coloro che sono morti a causa del Covid e tutti i montelonghesi che vivono in ogni parte del mondo La riapertura della chiesa rappresenta, dunque, un punto di riferimento per guardare al futuro in un territorio interessato dallo spopolamento ma custode di un patrimonio significativo.