In preparazione alla Festa eucaristica

“Senza Cristo la nostra vita rimane spenta”, a Rotello la testimonianza di don Cosimo Schena

L’eucarestia è il centro della nostra vita quotidiana. Il nostro è un Dio spezzato d’Amore“: con questa lapidaria affermazione, don Cosimo Schena ha aperto la sua testimoniana nell’omelia tenuta nella celebrazione Eucaristica da lui presieduta a Rotello. La comunità di Santa Maria degli Angeli impegnata in questi giorni, nella preparazione alla Festa Eucaristica di domenica 20 novembre, ha accolto con gioia il sacerdote tarantino, denominato il poeta di Dio. Un giovane sacerdote dalla profonda esperienza di fede, condivisa con semplicità con la comunità rotellese in questo secondo giorno di triduo. Richiamando le parole di Santa Teresa di Gesù Bambino, don Cosimo ha invitato i numerosi presenti a pensare al proprio corpo come un grande contenitore, dalla quale dobbiamo imparare a togliere tutto ciò che non ha il sapore di Cristo. Siamo chiamati a riempirci unicamente di Lui che si fa per noi pane spezzato. Assumere nei nostri gesti, quelli che furono le modalità relazionali di quel Gesù Nazareno che, percorrendo le polverose strade del Suo tempo, guardava tutti con occhi pieni d’Amore. Siamo invitati a imitarlo, nel farci quotidianamente pane spezzato per tutti quelli che incontriamo nelle nostre strade di vita.
Nella testimonianza di don Cosimo, è emersa con chiarezza la centralità dell’amore per Dio e per i fratelli. Ha sottolineato che senza Cristo, la nostra vita rimane grigia, spenta. Cristo illumina il cuore e di conseguenza la vita, rendendola veramente piena. Noi ci nutriamo della Parola, che certamente inizialmente è dolce, rende leggero il cuore. Pian piano però comincia a essere sempre più esigente e ci diviene amara. La testimonianza non sempre è facile, alcune volte richiede grandi sacrifici, persino la vita. Siamo disposti a seguire le orme di Gesù, anche quando si avvia verso il Golgota?
Don Cosimo ha ribadito che non basta andare a messa, bisogna vivere la Messa. Ogni volta che ci nutriamo di Cristo, dobbiamo uscire dalla chiesa e permettere a tutti di vederlo sui nostri volti, mentre camminiamo nelle strade. Siamo chiamati a irradiare nella società quella stessa gioia che sperimentiamo nella comunione.
Al termine dell’Eucarestia don Cosimo, dopo aver accolto e salutato singolarmente le tante persone che da anni lo seguono sui social media, si è soffermato in un lungo dialogo con Giuseppina Alfieri che, a nome della comunità parrocchiale, ha rivolto il saluto di benvenuto all’inizio dell’Eucarestia. Una mamma che ha dovuto imparare a servire suo figlio nel momento del bisogno, sperimentando la vicinanza di “angeli che nella semplicità e nel silenzio” hanno sostenuto i tanti momenti difficili che la sua famiglia si è trovata inaspettatamente ad affrontare.