Messa in suffragio di Davide Macciocco, omelia di don Elio Moretti

Omelia per la morte di Davide Macciocco – don Elio Moretti – 2 ottobre 2023 – chiesa del Crocifisso, Termoli

1 LETTURA Is 49,14-15 VANGELO Giovanni 6,37-40

Nella vita del S. Curato d’Ars, santo sacerdote e grande confessore, capitò un episodio molto doloroso e molto emblematico anche per noi. Siamo nel 1700.

Una vedova con le lacrime agli occhi si reca da lui per confessare che suo marito, in un momento di disperazione, si era buttato in un fiume da un ponte e quindi, secondo lei, destinato alla perdizione eterna, essendosi suicidato. Il santo sacerdote consola la povera vedova dicendo: “Si fermi signora perché tra il ponte e il fiume c’è il grande spazio della misericordia di Dio”.

La misericordia di Dio è tanto grande e arriva fino alla fine, fino agli ultimi istanti dell’uomo. Di fatto mi diceva mamma Pina che Davide ha pregato e fatto pregare tutti i presenti prima di lasciarsi andare.

Carissimi mamma Pina e papà Antonio, carissimi fratelli Fabio, Luca e Antonella ci stringiamo a voi che portate più di noi il dolore di questo distacco. So quanto lo avete amato questo figlio, quanto lo avete aiutato, servito, coccolato… Me ne sono reso conto fin dal primo incontro avuto con Davide, quanta premura, quanto affetto, quante attenzioni… Non è stato mai abbandonato Davide!

So che anche i suoi amici più cari venivano a prenderlo per portarlo con loro al mare, a passeggio perché non rimanesse solo. Ho conosciuto un Davide sereno, gioioso, accogliente, simpatico, bello, curato.

Per questo la notizia della sua morte, questa morte procurata, mi ha, ci ha colto di sorpresa e turbati tutti.

Perché Davide?

Forse in questi ultimi tempi non riuscivi più a sopportare il peso del dolore? Hai avuto paura del futuro? Non hai più visto luce di speranza alla fine di questo tunnel oscuro? La pandemia ti ha isolato da tutti?

Non giudichiamo e rimaniamo in rispettoso silenzio di fronte al tuo dolore e alla tua scelta anche se non la comprendiamo fino in fondo. Possiamo solo pregare per te. Il cristiano sa che la vita non è un diritto ma un dono grande dell’Altissimo che va vissuta come una vocazione perché Dio Padre ha un progetto su ciascuno di noi, progetto non sempre chiaro nel quale però Lui stesso ci introduce man mano e ci aiuta a realizzarlo ogni giorno di più.

Sì, perché a un certo punto della vita capiamo che poche cose ti fanno felice, tutte le altre ti fanno crescere, anche quelle difficili.

Dunque, perché caro Davide?

Quel perché detto dai tuoi cari, oso immaginare, in mille modi per dissuaderti, tra lacrime e angoscia interiore, ha risposta solo nelle parole pronunciate da Gesù: “Chi crede in me non morirà in eterno”.

Abbiamo questa speranza nel cuore che Gesù misericordioso, morto e risorto per tutti, ti abbia già accolto tra le braccia insieme con la Madre sua Addolorata, in un volo di angeli. Al termine della nostra vita ci attende l’abbraccio di un Padre che ci ama tanto.

Per questo mi permetto di chiedere a tutti noi qui presenti, in particolare a voi giovani suoi amici, di riscoprire e ricercare la vita spirituale in Dio che dà gusto e significato alla vita umana, anche se toccata dal dolore. Il grande teologo e santo Tommaso D’Aquino esorta i cristiani a non vivere la vita “ut non daretur Deus”, come se Dio non ci fosse. E’ un grande rischio reale che corriamo tutti. Non possono saziare l’animo nostro solo i soldi in tasca, i divertimenti, la discoteca e passioni facili accondiscese… Ricordati di Gesù Cristo nella tua vita!

Ne sapeva qualcosa quel giovane gaudente di nome Agostino, il quale dopo una giovinezza “ut non daretur Deus”, scopre il Signore e scrive in un bel libro “Le Confessioni” (che vi invito a leggere): “tardi ti ho amato, o bellezza tanto antica e sempre nuova! Tardi ti ho amato! Tu eri con me e io invece non ero con te. Mi avventavo sulle tue creature belle che neppure esisterebbero se non fosse per te. Mi hai toccato, hai alitato il tuo profumo su di me e ora anelo a Te, alla tua pace”.

Cari giovani, cari papà e mamme, amici, prego perché ciascuno dì noi possa fare questa forte esperienza di Dio nella sua vita. Solo cosi cambia ogni prospettiva. Solo così capiamo che vivere è un morire quotidiano a noi stessi fino a giungere a morire per vivere sempre. Così S.Paolo: “Il mio vivere è Cristo e il morire un guadagno”. Ci attende la vita eterna, vita per sempre. Ci pensiamo mai?

Cari papà e mamme direi che è questione del cuore l’educazione alla fede dei figli per infondere la fiducia per andare avanti, incontro alla vita vera, attraverso la morte. Solo con una educazione cristiana robusta si possono aiutare le nuove generazioni a superare la paura dell’incognito o almeno la paura fisica della fine e porre le condizioni per una morte serena.

Un vecchio proverbio cattolico dice: “Il giorno della morte di un uomo è simile alle sue domeniche”. Se vengono meno le risorse silenziose dell’anima, se non facciamo continuo “rifornimento” di Dio rischiamo di rimanere totalmente sguarniti nell’istante del bisogno e non comprendiamo più perchè.

FRANCESCO D’ASSISI chiamava la morte: sorella nostra morte corporale.

GIOVANNI XXIII al medico che gli prospettava la gravità della malattia: sono pronto, ho le valigie pronte sotto il letto.

ROSANNA BENZI a causa della poliomielite nella sua forma più grave bulbo-spinale rimarrà per 25 anni in un polmone d’acciaio, consolando, rincuorando i tanti disperati della vita che le scrivevano. Prigioniera nel suo tubo d’acciaio che chiamava scherzosamente il mio frigorifero, con la sola testa di fuori, rispondeva alle tante lettere con le mani di amici. Si è battuta come una leonessa per i diritti dei disabili, per l’abbattimento dell’Iva sulle sedie a rotelle, sui presidi ospedalieri… Grande il suo impegno sociale per gli abbandonati, i fragili tanto che le fu proposta perfino la carica di senatrice a vita. Ha fondato e diretto la rivista “Gli Altri”. Ha scritto i libri: Il vizio di vivere, Girotondo in una stanza, Le favole di Rosanna Benzi.

Come sarebbe stato bello poter conoscere e incontrare una donna cosi coraggiosa che non ha mai smesso di credere nella vita, caro Davide. Sono certo che oggi saresti ancora con noi.

In quanto ai politici più che giudicarli, come dici tu, andrebbero piuttosto pungolati perché approvino leggi per una vita dignitosa e non per la dolce morte. Ci aiutino a vivere con dignità più che a morire. Avranno tanti peccati i politici, spero non si debba un giorno ascrivere a loro disonore anche la legge per il fine vita assistito anziché approvare leggi per una vita dignitosa e buona da vivere in pienezza con tutto il sostegno dovuto. Sarebbe troppo cinico sbarazzarsi di quelli che soffrono anziché sostenerli e aiutarli.

Preghiamo per te caro Davide. Ti ricorderemo come un giovane solare, desideroso di una vita vera e piena… Ora hai trovato quella Vita vera e piena a cui anelavi. Ci impegniamo, ciascuno di noi, perché chi vive situazioni di sofferenza e solitudine non rimanga solo: un sorriso, una visita, un aiuto, una carezza!

Signore Gesù aiutaci! Non far mancare la tua pace ai genitori di Davide, alla sua famiglia, agli amici, a tutti noi. Aiutaci a rialzarci sempre, a credere nella risurrezione nostra grazie alla tua, a portare amore in ciò che facciamo, ad essere strumenti di vita e non di morte.

Addio caro Davide! A Dio ti affidiamo oggi e per sempre!