Le campane della chiesa di Sant’Antonio suonano in suffragio dei defunti mentre il parroco don Costantino legge i nomi di ventitré persone. Sono quelli di una mamma, di un papà, di un fratello, di una sorella, di un figlio, di un parente, di un amico. Sono i nomi delle vittime del Covid che in piena pandemia ha strappato all’affetto delle famiglie e della comunità senza dare la possibilità di celebrare un funerale, di rivolgere un ultimo saluto. Tanta la commozione tra i banchi pieni in ogni ordine di posto perché è come celebrare un vero funerale, restituire la giusta dignità a uomini e donne che sono saliti in Cielo in quei giorni terribili, pieni di dolore e di paura. La luce della fede, però, non li ha mai abbandonati e se il distacco terreno oggi è ancora forte, forse impossibile da accettare, la preghiera può unire Cielo e terra, unisce e riunisce le famiglie. “La Parola di Dio – spiega don Costantino – è una stretta di mano che dà forza e coraggio a chi ha perso un proprio caro. Continuiamo ad accoglierla, a stringere anche noi questa mano in modo invisibile ma per sempre, nella gloria del Paradiso”. Non si può dimenticare ma non si può perdere la speranza. Questa giornata è speciale, è un dono per tutte le famiglie che piangono ancora, per tutta la comunità di Santa Croce di Magliano. Così, al termine della santa messa, un corteo silenzioso si dirige verso via Canada in un luogo caro a tutti, dove si fa il segno di Croce quando si passa a piedi o in macchina. Accanto alla statua di Padre Pio e al presepe ora c’è un nuovo luogo del cuore, inaugurato in un clima di grande partecipazione: il Monumento alle vittime del Covid. La scultura realizzata dai fratelli Sebastiano viene scoperta dal sindaco, Alberto Florio e da Liliana Torzillo per i familiari delle vittime. I loro interventi riportano la mente a quei giorni, alla dignità, alla solidarietà, al volersi bene. Applausi, lacrime piene di ricordi, lo sguardo verso il cielo appena vengono liberati da un bambino tanti palloncini bianchi. Ricordare si può e si deve, anche quando la rabbia rischia di prendere il sopravvento, ma in quei nomi c’è solo tanto amore, c’è una parte dell’esistenza, c’è il desiderio di ritrovarsi, un domani, tutti insieme per “ritrovarci per sempre in quell’abbraccio, nel cuore di Dio”.